Si usa ancora la sabbia?
Quando si parla di sabbia per sabbiatrici ci si riferisce al generico mix che funge da materiale abrasivo impiegato nei differenti procedimenti di granigliatura edilizia, nei cantieri o nelle ristrutturazioni, nei restauri e nei lavori di riqualifica energetica (vedi le facciate degli edifici).
Questa lavorazione, a sua volta, si può effettuare con un impianto ad aria compressa, oppure a turbina.
In questa miscela magica, impiegata per erodere, per livellare lo strato più superficiale di pavimenti, di lastre di marmo, di facciate di palazzi o edifici, di supporti o monumenti, si impiega da sempre la cosiddetta sabbia silicea, più conosciuta come sabbia comune.
Il suo nome chimico è biossido di silicio; la silice, che altro non è che quarzo triturato in polvere sottilissima, è uno dei minerali che si trovano in natura, forse il più comune in tutto il pianeta degli esseri viventi!
Per sintetizzare, la sabbia silicea è la roccia di quarzo (sotto forma di sabbia alterata) che si trova sulle spiagge dove trascorriamo le vacanze, dove ci piace abbronzarci, giocare, fare i castelli con i nostri bambini, divertirci e tuffarci al mare.
Quali sono le caratteristiche e le performance della sabbia di quarzo?
La sabbia dimostra avere un’ottima efficienza per le lavorazioni di sabbiatura, in quanto le particelle che compongono il suo corredo organolettico si distinguono per le dimensioni omogenee e uniformi.
Inoltre, sono dotate di grani dagli spigoli vivi, praticamente non visibili ad occhio nudo, particolarmente efficaci nel processo di esfoliazione.
Le particelle della sabbia funzionano come i micro-organuli che si usano per esfoliare la pelle: sono ruvide e con microscopici grani a spigolo vivo, ideali per effettuare un peeling fisico all’oggetto da trattare.
Non a caso, la sabbia si utilizza anche in spiaggia per eliminare le cellule morte della pelle, prima di applicare la crema solare: non lo avete mai fatto? L’epidermide risulta più liscia e levigata, un segreto conosciuto sin dagli Antichi Romani.
Controindicazioni e usi alternativi alla sabbia di silicio
La sabbia, la pietra di quarzo, però, è un minerale molto tossico e difficile da controllare, soprattutto quando viene spruzzato ad altissime velocità da un getto ad aria compressa: per questo motivo l’operatore è sempre protetto da casco aerato integrato, visiera e tuta ignifuga.
A causa della tossicità della sabbia silicea, viene vietata nei cantieri edili dal 1999 e nei laboratori dal 2011: questa legge è stata varata per tutelare i lavoratori e sicurezza degli operai sul lavoro.
Quindi, di cosa sono composti i mix abrasivi che si impiegano nelle sabbiatrici, oggi?
Le miscele più attuali e avanzate si compongono da graniglia in acciaio fuso e da abrasivi metallici di nuova generazione, che offrono un scelta vantaggiosa in fatto di costi, durevolezza e qualità performante.
Come si ottiene un abrasivo di acciaio fuso?
Come dice il nome stesso, è una graniglia metallica che proviene dalla fusione di metalli (i cosiddetti rottami delle macchine, ad esempio) che vengono successivamente atomizzati con getti potenti d’acqua ad altissima pressione.
In questo modo i grani di metallo vengono temprati, così da fare resistenza e togliere tutte le eventuali fragilità.